sabato 22 marzo 2008

...Questo grande fratello blu...

Amo il mare. Adoro stare a guardarlo, dalla spiaggia in inverno mi perdo a osservare i riccioli delle onde che si susseguono, il movimento dell’acqua che arriva, si arriccia su se stessa e viene risucchiata indietro, mangiata dal ricciolo successivo. Mi piace stare su questa nave che mi sembra enorme quando torno dopo un giro in città, un grandissimo palazzo galleggiante, ma che qualche ora dopo, persa nella vastità del mare torna ad essere un piccolo puntino in mezzo al blu, qualche gabbiano e il riflesso del sole sulla superficie dell’acqua. Quando posso vado a poppa, a vedere la schiuma prodotta dalle eliche e quella scia bianca che ci rincorre. Stasera il mare è agitato e a me piace ancor di più. Guardo attraverso l’apertura, il mare di un blu molto intenso, quasi nero, le ochette a distanza e la nostra scia che arriva quasi all’orizzonte; il vento mi gonfia la maglia e i capelli mi volano sulla faccia; improvvisamente mi sento sollevare, mi manca la terra sotto i piedi e laggiù non si vedono più né il mare né l’orizzonte, solo il cielo. Ora si riscende, il mio corpo si incurva un pochino e laggiù appare l’orizzonte. Qualche scrollone. Bellissima sensazione, ho idea di fare surf su una tavola immensa.

giovedì 20 marzo 2008

Peter Pan muore bambino?

Ci sono persone che sono passate velocemente nella mia vita ma che nonostante la brevità della nostra frequentazione,la mia vita la hanno segnata notevolmente. Una di queste persone è sicuramente Kakà, il mio primissimo capo a bordo. Una persona davvero squisita, disponibile, attenta, altruista, generosa e sempre sorridente. Se non ci fosse stato lui non sarei in questa cabina in questo esatto momento, avrei ceduto subito, altro che secondo contratto, sarei sbarcata a Genova appena rientrata da Dubai. E invece c’era questo uomo-bambino che amava giocare coi bimbi, che aveva un sorriso ed un saluto per tutti e sempre e che mi ha dato la grinta di andare avanti.
Un mesetto passato insieme, e mi ha insegnato tantissime cose, non solo lavorative.
Kaka' Brasil, lo amavano tutti a bordo, i capi, i colleghi, i bambini.. tutti gli correvano incontro con un sorriso perche' lui era sempre il primo ad averne uno pronto per tutti.
Stava male, aveva un dolore fortissimo al petto eppure stava a giocare coi bambini che felici gli saltavano addosso, e lui senza dir niente soffriva e si schiacciava la mano sul petto.
E' dovuto sbarcare alla svelta al porto di Malaga per tornarea casa e fare accertamenti sanitari.
La notte prima e' venuto nella mia cabina, mi ha portato un sacco di regali, mi ha lasciato il suo frigorifero e mi incoraggiava e resistere e rimanere in nave.
Io adoravo quell'uomo, era l'immagine imanizzata dell'ottimismo e della generosita'. Volevo regalargli in cambio qualcose di mio, nonun regalo comprato ma qualcosa a cui io tenessi molto. E cos¡ ho preso il mio libro di Peter Pan che mi ero portata in nave, gli ho fatto un adedica e glil'ho regalato perche' lo leggesse in italiano. Avevamo anche questa passione comune, Peter Pan.
Lui era contentissimo, mi ha fatto promettere che sarei andata a trovarlo in Brasile perche' stava costruendo una casa per accogliere tutti i bimbi senza famiglia e ospitare gli amici. Era il suo sogno. Avrei voluto tantissimo andarci.
La sera che e' sbarcato voleva farlo quasi di nascosto (ho scoperto ieri sera che ha sempre fatto cosi', non gli piacciono gli addii). A me e Selvje lo aveva detto, eravamo alla cena coi bimbi e io sono corsa alla gangway, volevo salutarlo ancora una volta.
quando la nave e' salpata lui era ancora l¡ sul molo, ci siamo salutati ed io ero in lacrime, sarebbe passato troppo tempo prima di rivederci.
Non sapevo che forse invece non lo avrei mai piu' rivisto.
Ci siamo scritti alcune mail poi, lui rispondeva raramente ma mi raccontava che stava meglio, non era ancora guarito del tutto, i medici non capivano cosa avesse ma ora sandava molto meglio.
Ieri sera quella telefonata ci avvisava che Kaka aveva avuto un'operazione sbagliata e che sta morendo.
Sueli e' scoppiata a piangere e non appena me lo hanno riferito anche io. Io. lei, Scuby e John.. e' stato il primo capo per tutti noi.
Abbiamo lavorato coi bambini, li abbiamo fatti divertire e ridere ma dopo, tutti insieme al crew bar, l'atmosfera era un'altra.
Era un cancro quella bugna sul petto e prima che lui se ne accorgesse ed accettasse questa realta' la situazione e' peggiorata. Mi hanno detto che aveva ormai bugne sul volto, era magro l'ultima volta che lo hanno visto, stanco, scavato e non riusciva a sorridere come un tempo. Nonostante questo andava sempre a trovare i suoi animatori quando erano in porto a Santos. Non ha mai raccontato a nessuno della sua malattia.
Sueli mi ha detto" kaka' sapeva dare a tutti, ma non era capace di ricevere. Non ha mai voluto che andassimo a trovarlo, che ci preoccupassimo per lui."
Non so se oggi lui ci sia ancora. Io prego e ..CREDO NELLE FATE!

venerdì 7 marzo 2008

Sogni che non ti fanno dormire

mi sono ricordata dal nulla che anche questa notte ho sognato la morte del nonno. Stanotte però non ho sognato lui, ho sognato cose relative il fatto che fosse morto. Arrivava la Zia Ilda in casa di Gian e discuteva con lui in cucina del fatto che non la avessimo avvisata subito della morte del nonno. Le altre volte in cui lo ho sognato è stato molto peggio, lo sognavo dentro la bara, come l'ho visto l'ultima volta, e improvvisamente la sua bocca si muoveva e iniziava a parlare. L'ultima volta lo avevo sognato morto sul letto e poi era come se riprendesse a vivere: si alzava, camminava, parlava. Era come se la sua voglia di vivere gli permettesse di agire come una persona viva; la cosa atroce era che tutti noi sapevamo che in realtà era morto, e che presto avremmo dovuto chiuderlo nella bara, mentre lui magari si sarebbe ribellato muovendosi e parlando ancora. Il funerale si avvicinava, temevamo che qualcuno vedendolo potesse pensare che era ancora vivo... Non avrebbero capito che era solo il suo spirito di vita anche dopo la morte. Una signora anziana voleva entrare nella stanza per dargli un ultimo saluto, temevamo lo sentisse parlare e la mandammo via con una scusa. E ora che fare? Ecco il funerale.. con che cuore avremmo potuto chiuderlo nella bara in quelle condizioni, seppur sapessimo benissimo che era morto?
Tutti questi sogni mi lasciavano angosciata il giorno successivo, mi chiedevo perché continuassi a sognarlo morto. Forse pian piano i miei sogni si stanno "schiarendo" e presto lo sognerò vivo e sereno.