Il codino
"Quando
ero bambino e arrivavano le giostre sotto casa, mi piacevano da
matti, sceglievo sempre il cavallo o l’astronave. C’era il gioco
del codino, chi riusciva a strapparlo vinceva un giro gratis. I
bambini impazzivano per prenderlo, quando toccava a loro ce la
mettevano tutta e se non ci riuscivano si guardavano in giro per
controllare che anche gli altri bambini non lo avessero preso, così
da avere un’altra possibilità. Per loro il giro in giostra serviva a quello, ad acchiappare il codino. Quando ce la facevano si voltavano verso i genitori, fieri ed orgogliosi. Il codino era il loro trofeo. Una volta mio padre mi chiese
perché non ci provassi neanche, a prenderlo, capitava che il ragazzo
della giostra me lo facesse scivolare addosso, mi sarebbe bastato
allungare la mano e lo avrei afferrato. Gli adulti ridevano di me, ma
a me non interessava, ero concentrato sul mio viaggio, non mi
importava averne un secondo gratis, mi importava godermi quello che
stavo facendo."
Il
padre di Sofia è uno di quei bambini che si dimenano per il codino,
la sua vita è piena di codini strappati, di persone che lo guardano
con ammirazione. Ho sempre la sensazione che quelli come lui non si
siano mai goduti il viaggio nonostante il milione di codini
conquistati.