domenica 27 novembre 2016

Il codino


"Quando ero bambino e arrivavano le giostre sotto casa, mi piacevano da matti, sceglievo sempre il cavallo o l’astronave. C’era il gioco del codino, chi riusciva a strapparlo vinceva un giro gratis. I bambini impazzivano per prenderlo, quando toccava a loro ce la mettevano tutta e se non ci riuscivano si guardavano in giro per controllare che anche gli altri bambini non lo avessero preso, così da avere un’altra possibilità. Per loro il giro in giostra serviva a quello, ad acchiappare il codino. Quando ce la facevano si voltavano verso i genitori, fieri ed orgogliosi. Il codino era il loro trofeo. Una volta mio padre mi chiese perché non ci provassi neanche, a prenderlo, capitava che il ragazzo della giostra me lo facesse scivolare addosso, mi sarebbe bastato allungare la mano e lo avrei afferrato. Gli adulti ridevano di me, ma a me non interessava, ero concentrato sul mio viaggio, non mi importava averne un secondo gratis, mi importava godermi quello che stavo facendo."
Il padre di Sofia è uno di quei bambini che si dimenano per il codino, la sua vita è piena di codini strappati, di persone che lo guardano con ammirazione. Ho sempre la sensazione che quelli come lui non si siano mai goduti il viaggio nonostante il milione di codini conquistati.